mercoledì 6 giugno 2012

Capire la Cina di Luisa Depaoli

“Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.” Cosi lo scrittore Ennio Flaiano decrive, o meglio non descrive, un paese complesso e indecifrabile, scenario di una storia antica e grandiosa.
Capire la Cina è impossibile, perchè, entrare in un mondo tradizionalista e al tempo stesso in continuo movimento, un mondo in cui passato, presente e futuro non solo convivono ma sopravvivono l'uno grazie all'altro, rende decisamente insensata la formulazione di alcun giudizio.
Capire la Cina è inutile, se pensiamo che è stata in grado di ospitare un evento di portata mondiale e di mantenere al tempo stesso la propria identità storica stupefacente, che ha avuto il coraggio di esporsi al mondo intero volendo finalmente affermare una grandezza a molti nascosta.
Capsoni-Beijing-2008
I viaggi, i luoghi, le persone sono il cardine della nostra crescita personale e la scoperta, l'avventura, la novità sono esperienze indispensabili all'essere umano per capirsi e capire gli altri.
Fabrizio Capsoni ha intrapreso un viaggio in una terra spesso considerata ostile per via di stereotipi da troppo tempo insiti nella civiltà occidentale. Egli ha dissotterrato i tesori sepolti da milioni di anni di storia e pregiudizi. L'intento della mostra è quello di presentare agli occhi dell'occidente la realtà di un paese, esattamente per ciò che è e non per come lo si immagina. Le foto vogliono rendere giustizia ai molti lati di un popolo fiero, sicuro, orgoglioso, ospitale e solidale.
Sono rappresentazioni di vita quotidiana in cui è possibile notare il forte interesse per l'arte contemporanea, l'ordine e la pulizia che regnano per le strade e nei ristoranti, l'entusiasmo dei bambini che pur vivendo in un luogo difficile non perdono mai il sorriso, la solidarietà di una giovane ragazza che si rende disponibile con i più anziani, l'amore per la patria che non viene mai svilito nonostante la grande ammirazione per l'occidente, il rispetto per i luoghi, la fierezza, l'orgoglio, l'organizzazione, la modernità!
A pochi mesi dalle Olimpiadi di Londra è importante ricordare la cordialità e l'impegno con cui quattro anni fa, la Cina, si è trasformata nel più grande palcoscenico al mondo su cui si sono esibiti non solo gli attori canonici, gli atleti, ma una nuova e più ampia “compagnia teatrale”: il popolo cinese. 
L'occhio del fotografo, Capsoni, infatti non si concentra sull'evento olimpico in se ma su tutto ciò che lo circonda ed in particolare sul modo in cui i cinesi affrontano il cambiamento.
Sembra quasi che la mostra nasca direttamente da queste parole dello scrittore Simon Leys: “Il fascino unico che la Cina esercita su coloro che l'avvicinano può essere paragonato all'attrazione tra i sessi. Di fatto si basa su una realtà elementare: dal punto di vista occidentale, la Cina è semplicemente il polo opposto dell'esperienza umana. Le altre grandi civiltà sono morte (Egitto, Mesopotamia, America precolombiana) o sono troppo vicine a noi (Islam, India) per dare luogo a un contrasto così assoluto, a un'originalità così radicale e illuminante come quella della Cina. La Cina è l'indispensabile Altro che l'Occidente deve incontrare per prendere davvero coscienza del profilo e dei limiti del suo Io culturale.”
La Cina è una realtà complessa e misteriosa che inevitabilmente l'occidente fatica a comprendere e le fotografie di Fabrizio Capsoni vogliono dunque cercare di creare un ponte tra due poli opposti, vogliono mostrare all'individuo i propri limiti, vogliono parlare allo spettatore e vogliono dire che ognuno deve imparare a conoscere il diverso, l'Altro, per poter infine conoscere l'Io, se stesso.

Luisa Depaoli

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